Filosofo famoso Il bisogno di Dio - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Filosofo famoso Il bisogno di Dio

Risposte Veloci

Il prof. Remo Bodei è un importante filosofo italiano, i cui pensieri sono spesso di grande stimolo per noi a motivo della loro profondità.

Il suo punto di vista è quello di un laico, non ideologicamente chiuso o infantilmente impegnato nella lotta alle religioni, ma ricco di umanità e attento alle dinamiche umane. Forse per questo, come ha scritto nel suo “I senza Dio” (Morcelliana 2001), lascia la porta aperta alla fede la quale potrebbe davvero essere «quella porta stretta attraverso cui passare per trovare un significato all’intollerabile», ovvero l’esistenza del dolore, dell’ingiustizia e della sofferenza nel mondo (p. 81).
E’ da lui firmato un articolo apparso sul “Sole24ore” del 7/09/14, intitolato “Un Bene che acceca“. Prendendo spunto dal mito della caverna presentato da Platone nella Repubblica, il filosofo si domanda -parafrasando l’evangelista Giovanni- perché gli uomini preferiscono le tenebre, «ambiscono a surrogati del bene (piacere, ricchezza, potere, gloria, onore) invece di abbandonarsi a una felicità più alta?». Per poi aggiungere: «E’ vero che anche inseguendo questi simulacri avvertiamo talvolta la nostalgia di un bene più pieno. Sentiamo che qualcosa ci manca, che ogni soddisfazione è insatura e momentanea, che persino le nostre fantasie, i nostri desideri i nostri sogni sono calamitati dalla premonizione di un bene infinito, che si manifesta come sordo bisogno di trovare un centro di gravità intellettuale ed emotivo, che ci sottragga all’esistenza dolorosa o insipida».

Ecco esplicitato, anche in un autore e pensatore laico, il cosiddetto “senso religioso”, cioè la percezione della mancanza di un bene più grande, di una soddisfazione completa, in poche parole della tensione verso l’infinito. L’articolo di Bodei intende giustamente criticare il fenomeno per cui questo «bisogno di credere all’assoluto attrae gli animi e li fa ruotare attorno al sole carismatico di un capo che spaccia le sue opinioni per verità inconfutabili». La soluzione, secondo lui, è «trovare una mediazione tra l’oscurità delle opinioni degli abitanti della caverna e la solare luminosità di chi cerca il vero. I modelli dogmatici o totalitari predicano o impongono dall’alto ideologie contrabbandate come verità, ma non possono giustificare la libertà e le opinioni dei cittadini». Bodei si dimostra dunque scettico sul fatto che chi percepisce questo “bisogno di credere nell’assoluto” possa allo stesso tempo orientarsi in modo corretto verso la risposta.

Innanzitutto bisogna domandarsi da dove nasce questo bisogno di credere all’assoluto.
E’ un’invenzione umana o sociologica?
E’ genetica o naturale?
La tensione verso l’infinito è il nostro io, l’uomo consiste in questa domanda di compiutezza, originale (ce la troviamo dentro) ed inestirpabile. E’ vero che tanti uomini non censurano questo grido interiore e si affidano a personalità carismatiche che pretendono di avere una risposta totale. Allo stesso modo probabilmente molti lettori di Bodei acquistano i suoi libri sperando che il rinomato filosofo, attraverso le sue parole, illumini finalmente la loro vita.
Il problema però non sono i modelli dogmatici o totalitari, i capi carismatici o gli intellettuali, ma l’uso della ragione dei singoli uomini, e la ragione è la capacità dell’uomo di essere auto-cosciente. Infatti, soltanto chi è consapevole della sua originale tensione verso l’infinito non si farà abbindolare, non rimarrà accecato dal primo capo carismatico che passa, solo chi non vive distratto dalla sua auto-coscienza riuscirà a giudicare qual è la strada che più avvicina all’infinito. Gesù Cristo si è posto nel mondo scommettendo sulla libertà degli uomini: “Venite e vedrete” (Gv 1, 35-42) sono state le prime parole del suo ministero pubblico dette ai suoi primi due discepoli. E’ la sintesi del metodo cristiano: vieni e sperimenta da te stesso se quella tensione all’infinito che ti ho dato dall’origine è una fregatura, se quella domanda di bene è una fregatura o è davvero l’inizio del compimento della tua vita. E oggi la Chiesa dice lo stesso ad ogni uomo che cercano il vero: “Vieni e sperimenta da te stesso”. Il cristianesimo è una proposta non una imposizione, come ha spiegato Papa Francesco: «Se non troveranno disponibilità ad accoglierlo, si proceda oltre, si vada avanti. Gesù non impone mai, Gesù è umile, Gesù invita. Se tu vuoi, vieni. L’umiltà di Gesù è così: Lui invita sempre, non impone».
Soltanto uomini coscienti del grido della loro umanità, cioè uomini ragionevoli, sapranno non farsi abbindolare. Chi nega il senso religioso, al contrario, nega la sua umanità e non usa a fondo la sua ragione (cioè l’auto-coscienza).
La
redazione UCCR.it

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