La Grazia cosa è? Grazia di Dio Catechesi - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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La Grazia cosa è? Grazia di Dio Catechesi

Catechesi terza parte
CHE COSA E' LA GRAZIA?

Una qualità è indispensabile per vivere in relazione d’amicizia con Dio

Quesito
Caro Padre Angelo,
Sono Julio, 72 anni, filosofo della scienza (matematica y logica  principalmente). Ultimamente in pensione sto studiando molta teologia.  Ho letto un poco sulla Grazia, ma una cosa non ho capito che mi sembra  importante: lo statuto ontologico di essa. È una sostanza (ousía) o una  relazione (pros tí) fra Dio e l'uomo? O semplicemente un concetto? …
Grazie della sua risposta. Non vi dimenticherò nelle mie preghiere.
Julio Moreno-Dávila.

Risposta del sacerdote
Caro Julio,
1. il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che “la grazia santificante  è un dono abituale, una disposizione stabile e soprannaturale che  perfeziona l’anima stessa per renderla capace di vivere con Dio, di  agire per amor suo” (CCC 2000). In queste brevi parole è condensato un  trattato di teologia e dice essenzialmente tre cose.

2.  Primo: “la grazia santificante è un dono abituale”. Dicendo dono lascia  intendere che si tratta di qualcosa di reale dato da Dio  all’uomo. Questo qualcosa di reale è una partecipazione o irradiazione  della vita propria di Dio fatta all’uomo. San Giovanni dice: “Chiunque è  stato generato da Dio non commette peccato, perché un germe divino  rimane in lui” (1 Gv 3,9). San Paolo afferma il medesimo concetto  quando parla di nuova creatura: “se uno è in Cristo, è una nuova creatura” (2 Cor 5,17) e: “non è infatti la circoncisione che conta, né la non circoncisione, ma l'essere nuova creatura”  (Gal 6,15).

La grazia dunque non è soltanto una relazione, ma qualcosa  di ontologico che ci viene dato. È un essere nuovo. Dicendo “dono  abituale” il Catechismo della Chiesa Cattolica rimanda a qualcosa di  ontologico che viene dato in maniera stabile. Gli scolastici, con San  Tommaso a capo, definiscono la grazia come  un abito entitativo.
3.  Secondo: il Catechismo della Chiesa Cattolica dice che la grazia è “una  disposizione stabile e soprannaturale che perfeziona l’anima”. Parlando  di “disposizione stabile” rimanda a quella categoria di Aristotele che  passa sotto il nome di qualità. Se la qualità – dice Aristotele – è stabile, permanente, difficilmente perdibile si parla di abito (habitus). Se questa qualità invece è facilmente rimuovibile allora si parla di disposizione. Il  Catechismo della Chiesa Cattolica parla di disposizione stabile. Fa  capire dunque che si tratta di un habitus e non di una semplice  disposizione.

Che questo habitus entitativo sia una qualità emerge anche dalle altre parole del Catechismo “che perfeziona l’anima”. La qualità è sempre a perfezione del soggetto.

4.  La terza cosa che il Catechismo della Chiesa Cattolica sottolinea è la  seguente: “per renderla capace di vivere con Dio”. La grazia è dunque  una perfezione nuova di ordine soprannaturale che Dio infonde in noi per  elevarci alla comunione con Lui. È assolutamente necessario per entrare  in una relazione di autentica amicizia con Dio. L’amicizia infatti si  fa tra pari oppure rende pari.
Ora poiché l’uomo è una creatura e tra lui e Dio c’è una differenza  abissale (uno è creatura e l’altro il Creatore; uno è nell’ordine  naturale, l’altro è nell’ordine soprannaturale) Dio per introdurre  l’uomo nella sua amicizia lo pareggia in qualche modo a sé, elevandolo  con la grazia all’ordine soprannaturale. Solo con quest’azione elevante  da parte di Dio noi possiamo entrare in amicizia con Lui, essere  partecipi dei suoi pensieri e del suo stesso modo di amare.

5. In conclusione da quanto emerge dal Catechismo della Chiesa  Cattolica, che riprende la teologia e il magistero precedente, la grazia  non è una nuova sostanza, ma un accidens, e cioè qualche cosa  di nuovo, di ontologico e di soprannaturale che inerisce nell’anima. Non  è una relazione, ma una qualità. Ed è una qualità è indispensabile per  vivere in relazione d’amicizia con Dio. Proprio perché è qualcosa di  ontologico (un germe nuovo) non è solo un concetto, un nostro modo di dire.
6.  Il Catechismo della Chiesa Cattolica aggiunge poi un’altra cosa quando  dice: “per renderla capace… di agire per amor suo”. Con queste parole fa  capire che la grazia è all’origine di un organismo nuovo di ordine  soprannaturale che ci permette di entrare in comunione con Dio e di  operare mediante la fede, la speranza e la carità.
7. In conclusione la grazia è un abito entititivo (un essere nuovo), mentre le virtù teologali sono abiti operativi, che dispongono ad agire in modo soprannaturale.
Ti  ringrazio del quesito che mi hai posto. È la prima volta che ho il  piacere di presentare in maniera più precisa sotto il profilo teologico  la consistenza della grazia.
Ti ricordo al Signore e ti benedico.
Padre Angelo

fonte: Aleteia.org
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