Battesimo a figli di genitori sposati civilmente - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Battesimo a figli di genitori sposati civilmente

Catechesi prima parte

Il presunto strappo di Papa Bergoglio in materia di Battesimo.
di robertocrudelini il 13 gennaio 2014


Non sono poche oggi le testate storicamente laiche e agnostiche quando non dichiaratamente anticlericali, che hanno esultato per l’ennesimo presunto strappo di Papa Bergoglio rispetto alla tanto “odiata” e temuta tradizione della Chiesa. Ieri, in occasione della cerimonia del battesimo di 32 bambini all’interno della Cappella Sistina, il Santo Padre ha ribadito l’importanza del sacramento del Battesimo ma ha fatto “notizia” che tra i genitori dei bambini battezzati dal Papa ci fosse una copia non sposata  regolarmente in Chiesa. Papa Bergoglio, parlando quasi a braccio, ha ribadito ieri che il Battesimo è un dovere sia da parte dei genitori, sia ovviamente da parte dei sacerdoti dichiarando, tra l’altro, che il Battesimo negato è una grave offesa. Nel suo discorso il Papa ha inoltre sottolineato come i genitori abbiano il dovere di trasmettere non solo la vita naturale ma anche quella della Grazia Divina, in una sorta di “catena della Fede” iniziata quando Cristo stesso invitò i discepoli ad andare in giro per il mondo a spargere i semi della lieta novella  e a battezzare nel suo nome.

Il Battesimo, lungi dall’essere solo e soltanto il mero simbolo dell’entrata dell’individuo all’interno della Comunità Cristiana, come certo para-cristianesimo annacquato da residui di laicismo materialista va sostenendo, è in verità un Sacramento che ha una grande importanza “salvifica”, una salvezza il cui dono non va negato a chi non ha colpe specifiche riguardo all’indole ed alle scelte dei propri genitori. La fede quindi non solo la si deve ricevere come un dono ma al tempo stesso va ritrasmessa ai propri figli così come gli stessi genitori l’hanno ricevuta al momento della loro nascita. Ora coloro che cercano di strumentalizzare e fare propri i contenuti degli insegnamenti di Papa Francesco trasformando il Santo Padre nel presunto testimone del loro “libertarismo” sfrenato in materia di fede, non hanno evidentemente alcuna conoscenza di come effettivamente le cose si svolgano nella Chiesa.

Papa Bergoglio ieri non ha fatto altro che ribadire quello che già da tempo, ormai da decenni, avviene nelle parrocchie italiane, sulla scia delle precise indicazioni pastorali che furono date a riguardo. Certa stampa a senso unico e alla ricerca disperata di frasi e concetti da strumentalizzare in funzione ideologica, non ha capito che quello di ieri non è stato un invito ai presunti parroci recalcitranti ma un invito nei confronti dei genitori stessi, a farsi compartecipi e alleati di Dio nel Suo progetto salvifico.

Come al solito si cerca sempre, senza riuscirci, di fare scricchiolare i dogmi che la Chiesa ha in materia di salvezza, con lo scopo, neanche tanto celato, di trovare giustificazioni a posteriori ad un’impostazione della vita su valori alternativi a quelli della Chiesa stessa. Ovvio in questo frangente il tentativo di trovare a tutti i costi spunto per dare credibilità e valore ad una visione materialista e alternativa alla fede. Il riferimento al concetto delle copie di fatto è evidente. Il Santo Padre  ovviamente non ha neanche la necessità di ribadire che un matrimonio contratto al di fuori del Sacramento perde inesorabilmente ogni contatto con la dimensione sovrannaturale e salvifica data dalla presenza di Cristo all’interno della famiglia: questi sono concetti che fanno parte dei Santi Dogmi di cui è costituita la Fede Cristiana. Caso mai il Papa ha messo semplicemente l’accento sull’importanza del Battesimo che non va negato neanche se i genitori hanno fondato la loro famiglia solo sul concetto di convivenza.

Ma, ribadiamo, la Chiesa non ha mai negato il battesimo a nessuno, sempre che, beninteso, esista una precisa volontà in questo senso
, perché nessuno, tanto meno i sacerdoti, possono imporre quello che non si vuole ricevere. Quello che fa invece specie è che i più strenui rivendicatori del liberismo materialista, non credendo a nessun valore di Santa Madre Chiesa, “pretendano” però che il Battesimo venga comunque impartito.

E’ questo un bel paradosso: ma come… prima non credi a quello che la Chiesa ti dice in materia di fede, e sei ovviamente liberissimo di pensarla così, ma poi però pretendi che il Battesimo, a cui continui a non credere, venga comunque dato?! E’ ovvio come lo stesso Sacramento del Battesimo diventi, in quest’ottica distorta, solo l’occasione e lo strumento per riconoscere  validità  e legittimità alle copie di fatto, e tra queste, tanto per non farci mancare niente, ci sono pure quelle tra gay. Questo è lo scopo degli ideologi e sostenitori dell’agnosticismo contemporaneo: siccome non sono ancora riusciti a “liberarsi” del loro nemico storico, la Chiesa,  cercano in tutti i modi di renderla innocua o perlomeno ridotta al ruolo di diligente strumento della loro causa. Grazie al cielo esiste comunque una Divina Provvidenza a cui affidarci…
Roberto Crudelini dal sito elzeviro.net


«Il Battesimo ci fa discepoli e missionari»
di Massimo Introvigne15-01-2014

Papa Francesco

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All’udienza generale del 15 gennaio 2014 Papa Francesco ha continuato il nuovo ciclo di catechesi del mercoledì sui sacramenti, inaugurato la settimana scorsa quando ha iniziato a parlare del Battesimo. La catechesi del 15 gennaio è stata dedicata a un aspetto specifico del Battesimo: «Ci fa diventare membri del Corpo di Cristo e del Popolo di Dio», non è solo un fatto individuale ma è sempre nella Chiesa, con la Chiesa, per la Chiesa - e per l’evangelizzazione.

Il Papa ha citato san Tommaso d’Aquino (1225-1274), il quale  afferma che «chi riceve il Battesimo viene incorporato a Cristo quasi come suo stesso membro e viene aggregato alla comunità dei fedeli, cioè al popolo di Dio». E ha citato il Concilio Vaticano II, secondo il quale «il Battesimo ci fa entrare nel Popolo di Dio, ci fa diventare membri di un Popolo in cammino, un popolo peregrinante nella storia».

Non dobbiamo concepire il Battesimo, ha insistito il Pontefice, solo nella sua dimensione individuale. «Come di generazione in generazione si trasmette la vita, così anche di generazione in generazione, attraverso la rinascita dal fonte battesimale, si trasmette la grazia, e con questa grazia il Popolo cristiano cammina nel tempo, come un fiume che irriga la terra e diffonde nel mondo la benedizione di Dio». Riprendendo temi che aveva già esposto nell'Angelus della scorsa domenica, Francesco ha aggiunto che già i primi discepoli di Gesù «sono andati a battezzare e da quel tempo ad oggi c’è una catena nella trasmissione della fede per il Battesimo, e ognuno di noi è l’anello di quella catena; un passo avanti sempre, come un fiume che irriga». I cristiani nella storia sono il popolo del Battesimo: non solo nel senso che ciascuno è battezzato per la sua salvezza, ma perché tutti insieme sono «un popolo di Dio che cammina e trasmette la fede».

Detto in altre parole, riprendendo l'esortazione apostolica «Evangelii gaudium», il Battesimo ci costituisce come missionari e ci ricorda che lo scopo per cui Dio ci ha fatto nascere è rendergli gloria salvando la nostra anima e contribuendo a salvare le anime di altri, cioè evangelizzando, ciascuno secondo il proprio stato. «In virtù del Battesimo noi diventiamo discepoli missionari, chiamati a portare il Vangelo nel mondo». «Ciascun battezzato, qualunque sia la sua funzione nella Chiesa e il grado di istruzione della sua fede, è un soggetto attivo di evangelizzazione».

Il popolo cristiano, il Popolo di Dio, è insieme discepolo e missionario:
«E' un Popolo discepolo, perché riceve la fede, e missionario, perché trasmette la fede. Questo lo fa il Battesimo in noi: ci fa ricevere la grazia. E la fede è trasmettere la fede. Tutti nella Chiesa siamo discepoli, e lo siamo sempre, per tutta la vita; e tutti siamo missionari, ciascuno nel posto che il Signore gli ha assegnato».

Chi pretende di non essere discepolo, non sarà neppure missionario.
Lo ha spiegato il Papa, parlando a braccio: «Tutti: il più piccolo è anche missionario e quello che sembra più grande è discepolo. Ma alcuni di voi diranno: "Padre, i vescovi non sono discepoli, i vescovi sanno tutto; il Papa sa tutto, non è discepolo"... Anche i vescovi e il Papa devono essere discepoli, perché se non sono discepoli non fanno il bene, non possono essere missionari, non possono trasmettere la fede. Capito? Avete capito questo? E’ importante! Tutti noi: discepoli e missionari!».

La dimensione missionaria è legata in modo «indissolubile» nel Battesimo, ha aggiunto Papa Francesco
, alla «dimensione mistica». «Ricevendo la fede e il battesimo, noi cristiani accogliamo l’azione dello Spirito Santo». Ma anche questo avviene nella Chiesa e per la Chiesa. «Nessuno si salva da solo. Questo è importante. Nessuno si salva da solo. Siamo comunità di credenti, siamo popolo di Dio e in questa comunità sperimentiamo la bellezza di condividere l’esperienza di un amore che ci precede tutti». Quello stesso amore ci ricorda che evangelizzare è obbligatorio, «ci chiede di essere “canali” della grazia gli uni per gli altri, malgrado i nostri limiti e i nostri peccati. La dimensione comunitaria non è solo una “cornice”, un “contorno”, ma è parte integrante della vita cristiana, della testimonianza e dell’evangelizzazione. La fede cristiana nasce e vive nella Chiesa», e fuori della Chiesa è solo un’illusione.

La Chiesa, però, vive ovunque vi siano cattolici battezzati, e a questo proposito Papa Francesco ha proposto un caso limite, un esempio drammatico ma eloquente,  quello dei cattolici giapponesi che sono sopravvissuti in mezzo alle persecuzioni per 250 anni senza vescovi, senza preti, senza Eucarestia e Confessione, solo con il Battesimo.  «Quella comunità subì una dura persecuzione agli inizi del secolo XVII. Vi furono numerosi martiri, i membri del clero furono espulsi e migliaia di fedeli furono uccisi. Non è rimasto in Giappone nessun prete: tutti sono stati espulsi. Allora la comunità si ritirò nella clandestinità, conservando la fede e la preghiera nel nascondimento. E quando nasceva un bambino, il papà o la mamma lo battezzavano, perché tutti noi possiamo battezzare. Quando, dopo circa due secoli e mezzo - 250 anni dopo - i missionari ritornarono in Giappone, migliaia di cristiani uscirono allo scoperto e la Chiesa poté rifiorire. Erano sopravvissuti con la grazia del loro Battesimo!».

Com'era stato possibile? Due secoli e mezzo sono tanti. Ma «il Battesimo li aveva fatti diventare un solo corpo in Cristo: erano isolati e nascosti, ma erano sempre membra del popolo di Dio, membra della Chiesa». Ci credevano, e avevano preso sul serio il Battesimo.

All’udienza erano presenti pellegrini di lingua araba, provenienti dalla Giordania e dalla Terra Santa, e il Papa ha voluto applicare l’esempio dei «cristiani nascosti» giapponesi ai cristiani perseguitati oggi in Medio Oriente. «Imparate dalla Chiesa giapponese che a causa delle persecuzioni del diciassettesimo secolo si ritirò nel nascondimento per circa due secoli e mezzo, tramandando da una generazione all’altra la fiamma della fede sempre accesa. Le difficoltà e le persecuzioni, quando vengono vissute con affidamento, fiducia e speranza, purificano la fede e la fortificano». Essere vicini ai perseguitati di oggi è un dovere di tutti i cristiani. Ma nel Battesimo vissuto nella Chiesa e con la Chiesa nulla è mai veramente perduto. (dalla Nuova Bussola Quotidiana)

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