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Dall'Islam al sacerdozio

Testimonianze conversioni cristiane

QUANDO LA FEDE È UNA SCELTA DI VITA: DALL’ISLAM AL SACERDOZIO

Firmin Adamon, di famiglia islamica, si è convertito in età adulta. Con Mirco Bianchi, il diacono beninese ordinato sacerdote nel 2010 in Cattedrale, a Cesena
Benin, Africa Occidentale. Poco meno di 10 milioni di abitanti distribuiti tra animisti (la maggioranza), cattolici, musulmani e pure una piccola fetta di protestanti. Chiese e moschee qui convivono in maniera del tutto armonica e i buoni rapporti tra le diverse confessioni hanno contribuito allo sviluppo di una libertà religiosa piuttosto insolita nel continente africano. In Benin capita anche che, all’interno della stessa famiglia, i membri possano praticare il cristianesimo, l’islam o le religioni indigene, senza mettere a repentaglio la serenità dei rapporti quotidiani. E’ in questo clima di tolleranza che cresce Rachidi Adamon, giovane musulmano avviato alla professione di maestro elementare. Una famiglia numerosa, la sua: undici tra fratelli e sorelle, il padre impiegato, la madre casalinga.
Tutti fedeli all’Islam, fino a che uno dei fratelli, dopo aver conosciuto un sacerdote cristiano, incomincia a frequentare una chiesa e a fare un percorso di conversione al cattolicesimo. “Gli dissi che secondo me stava sbagliando”, ricorda Rachidi, che dopo la sua personale conversione ha cambiato il nome in Firmin, 43 anni, ordinato sacerdote nel 2010 in Cattedrale a Cesena, per mano del vescovo Antonio.

“Ma invece di riportarlo all’Islam, è successo che lui mi ha condotto al cristianesimo”. Una religione, quella musulmana, che spesso presenta solo la porta d’ingresso, non gli ha dunque impedito di seguire le orme del fratello e abbracciare la fede cristiana, frequentando prima gli ambienti parrocchiali e poi ricevendo il sacramento del battesimo a 30 anni compiuti. Una scelta accettata In famiglia come hanno accettato la conversione? “Con molta serenità – confida Firmin -. Conservo ancora le lettere che mio padre mi scriveva in quel periodo. Quando gli ho parlato del mio percorso e della mia decisione di diventare cristiano mi ha detto: ‘Se è Gesù che ti porta a Dio, vai pure. L’importante è non perdere la strada’. Queste parole sono state per me fondamentali.

Anche quando sono entrato in seminario, rendendosi conto della nobiltà del sacerdozio, ha pregato per me perché realizzassi il desiderio che avevo nel cuore”. Dopo Firmin e il fratello, in famiglia si sono convertiti anche una delle sorelle e, negli ultimi tempi, anche la madre. “Mio padre – dice – è rimasto fedele all’islam, ma anche nel suo essere musulmano, guadagnerà il cielo”. Poi è nata la scelta di diventare sacerdote, una vita consacrata a Dio. Ogni sacerdote è un mistero, che abita nel cuore di Dio, un mistero di amore e di elezione. Dialogo e accoglienza “I miei genitori mi hanno educato alla fede islamica che si basa sulla sottomissione a Dio, un abbandono totale a lui e alla sua onnipotenza – racconta -.
Quando ho iniziato ad accostarmi al cristianesimo ho subito colto un elemento di novità: non più una sottomissione, ma un incontro con una persona con la quale intraprendi un cammino. La incontri nella Parola, nell’Eucarestia, nei volti della gente con cui vivi. Un momento di dialogo vero e la consapevolezza che la fede cristiana si basa sull’accoglienza di questa Persona. Sono rimasto affascinato da questa figura, volevo capire chi era …… per me. Questa domanda è stata un po’ il mio punto di partenza”. E la risposta qual è stata? “…… è colui che dà senso alla mia vita”. “Quando ero in Benin e seguivo un corso di catechismo – continua Firmin che è a Cesena da due anni e presta servizio in aiuto al parroco del Duomo – avvertivo il desiderio della consacrazione al Signore, anche se nei miei progetti futuri c’era ancora quello di crearmi una famiglia con dei figli.
All’epoca avevo anche una ragazza. Poi col mio parroco in Benin abbiamo fatto un percorso insieme di preghiera e discernimento. Ho capito che il Signore mi chiamava a seguirlo nel sacerdozio. Sono entrato in seminario nel mio paese. Sono arrivato in Italia nel 2001 e ho proseguito gli studi a Roma, presso la facoltà di Filosofia e Teologia della Pontificia Università Salesiana. Ho avuto conferma della mia decisione anche nei momenti di difficoltà. Mi ha aiutato molto la preghiera, vero nutrimento dell’anima. Lì si trova il senso della propria vocazione”.

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