Re Magi chi erano? Catechesi e storia - Cristiani Cattolici: Pentecostali Apologetica Cattolica Studi biblici

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Re Magi chi erano? Catechesi e storia

Risposte Veloci

RE MAGI

ARRIVARONO SOLO IN TRE

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Non tutti sanno che, un tempo, quando non esistevano i computer, tutto il sapere era concentrato nella mente di sette persone sparse nel mondo: i famosi Sette Savi, i sette sapienti
che conoscevano ogni cosa che accadeva.

Dalla gente erano considerati dei re, anche se non lo erano; erano chiamati Re Magi. Nell'anno 0, studiando le loro pergamene segrete, i sette Magi giunsero ad una conclusione: in una notte di quell'anno, sarebbe apparsa una straordinaria stella che li avrebbe guidati alla culla del Re dei re. Passarono ogni successiva notte a scrutare il cielo e a fare preparativi, finché davvero, nel cielo, apparve una stella luminosissima; i Sette Savi partirono dai sette angoli del mondo e seguirono la stella che indicava loro la strada. Tutto quello che dovevano fare, era di non perderla mai di vista. Ognuno dei sette Magi, tenendo gli occhi fissi sulla stella, cavalcava per raggiungere il Monte delle Vittorie, dove era stabilito che dovevano incontrarsi per formare una sola carovana.

Olaf, il re Mago della Terra dei Fiordi
, attraversò le catene dei monti di ghiaccio e arrivò in una valle verde, dove gli alberi erano carichi di frutti squisiti e il clima dolce e riposante; decise di costruirvi un castello.

Ben presto, si scordò della stella.

Igor, il re Mago del Paese dei Fiumi
, era un giovane forte e coraggioso, abile con la spada e molto generoso. Attraversando il regno del re Rosso, un sovrano crudele e malvagio, decise di riportarvi la pace e la giustizia; divenne il difensore dei poveri e degli oppressi e non cercò più la stella.

Yen Hui era il re Mago del Celeste Impero
, scienziato e filosofo, appassionato di scacchi. Arrivò in una splendida città, dove uno studioso teneva una conferenza sulle origini dell'universo; Yen Hui, lo sfidò a un dibattito pubblico, si confrontarono su tutti i campi del sapere e iniziarono una memorabile partita a scacchi che durò una settimana. Quando si ricordò della stella fu troppo tardi: non riuscì più a trovarla.

Lionel era il re Mago poeta e musicista
, che veniva dalle terre dell'Ovest e viaggiava con strumenti musicali. Una sera, fu ospitato per la notte da un ricco signore di un pacifico villaggio. Durante il banchetto in suo onore, la figlia del signore danzò per gli invitati e Lionel se ne innamorò; finì per pensare solo a lei e nel suo cielo la stella miracolosa scomparve piano piano.

Solo Melchior, re dei Persiani, Balthasar, re degli Arabi e Gaspar
, re degli Indi, abituati alla fatica e ai sacrifici, non diedero mai riposo ai loro occhi, per non rischiare di perdere la stella che segnava il cammino, certi che essa li avrebbe guidati alla culla del Bambino, venuto sulla Terra a portare pace e amore. Ognuno di loro arrivò puntuale all'appuntamento al Monte delle Vittorie, si unì ai compagni e insieme ripresero la marcia verso Betlemme, guidati dalla stella cometa, più luminosa che mai. Soltanto i Magi che hanno davvero vigilato non hanno perso l'appuntamento più importante della loro vita. Ogni cristiano, come una sentinella, deve stare all'erta e non lasciarsi prendere dalla pigrizia o dal torpore, perché il Signore ci aspetta alla Sua culla.
di frate indovino

Sono stati un soggetto amatissimo dall'arte cristiana: basterebbe evocare il Trittico dell'Epifania di Bosch conservato al Prado di Madrid, o la deliziosa storia fantastica che Michel Tournier nel 1980 ha intessuto nel suo romanzo Gaspare, Melchiorre e Baldassarre. Ma dal punto di vista storico-critico i Magi rimangono un enigma. La rilettura religiosa della loro figura è, a mio avviso, molto forte, tanto che l'eventuale nucleo storico, piuttosto esile (erano membri di una carovana di mercanti?), viene trasfigurato ed esaltato dall'evangelista che, tra l'altro, più che in una grotta, sembra introdurli in una sala del trono come una delegazione straniera in visita ufficiale a Cristo.



Chi sono i Re Magi?

Sapienti di Babilonia, discepoli di Zarathustra, membri della comunità giudaica degli Esseni o figure simboliche?


Il nostro interlocutore ha impostato il discorso in modo corretto. Le figure dei Magi, tanto care alla storia dell'arte cristiana, possono essere assunte a modello di un fenomeno che spesso si ripete nella storia della cristianità, fin dalle sue origini. Al testo evangelico, intenso ma sobrio, si accostano elementi popolari, frutto in alcuni casi di interpretazioni allegoriche, ossia connesse ad altri dati biblici affini o ritenuti analoghi, in altri casi risultato di tradizioni folcloriche e persino leggendarie.

Il significato di base del racconto di Matteo (2,1-12) è, comunque, nitido nel suo insieme. Alcuni personaggi stranieri (provenienti da un generico “oriente”), forse membri di una delle tante carovane commerciali, incontrano la famiglia di Gesù. Due sono le guide simboliche che li conducono al “Bambino e sua madre”: il segno cosmico della stella (potremmo parlare di “Rivelazione naturale”, ma la stella nella Bibbia è anche un simbolo messianico, come si dice in Apocalisse 22,16) e la stessa Rivelazione biblica, offerta proprio dai sacerdoti di Gerusalemme che citano il profeta Michea in un passo messianico riguardante Betlemme che – non lo si dimentichi – era anche la patria di Davide (Mic 5,1).

I Magi, allora, incarnano la prospettiva universalistica della salvezza
che lo stesso Gesù affermerà nella sua predicazione pubblica: “Molti verranno da oriente e da occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli, mentre i figli del regno saranno cacciati fuori nelle tenebre” (Mt 8,11-12). E' infatti evidente l'incomprensione dei sacerdoti gerosolimitani e l'aggressività di Erode nei confronti del Bambino. Su questa base teologica dei tre doni, il numero dei Magi si è orientato verso il tre; sulla base del Salmo 72, che afferma la prosternazione dei sovrani davanti al re-Messia, essi sono diventati re e per di più appartenenti alle cosiddette tre razze; bianca, gialla e nera.

Si sono escogitati nomi vari, con prevalenza di Gaspare, Baldassarre e Melchiorre; sono stati identificati come sapienti di Babilonia oppure come discepoli di Zarathustra e quindi persiani, e da alcuni studiosi persino come membri della comunità giudaica degli Esseni, diffusa anche in Siria e non solo a Qumran sulle rive del Mar Morto; molteplici eventi miracolosi accompagnano il loro ritorno in patria, come è attestato da alcuni Vangeli apocrifi. E' a questo punto che entrano in scena anche le loro reliquie, attraverso una serie di racconti che mescolano memorie locali e leggende. Nel Milione (cap. 30) Marco Polo ricorda che le tre tombe dei Magi erano presenti in una città persiana, sottolineando che le tre salme sono complete con capelli e barba (“sonvi ancora tutti interi con barba e co' capegli”).

Ma un'altra tradizione fa risalire la vicenda delle reliquie dei Magi a Elena, la madre dell'imperatore Costantino essa le avrebbe trasferite dall'Oriente a Costantinopoli. Da quella città sant'Eustorgio, vescovo di Milano nella metà del IV secolo, le avrebbe traslate nella sua sede lombarda. Esse furono collocate nella basilica da lui iniziata e cha da lui prese nome. In questa chiesa le reliquie rimasero fino al 1162, allorché Federico Barbarossa, conquistata Milano, le fece trasferire nella cattedrale di Colonia, ove sono tuttora custodite nel Dreikönigenschrein, un reliquiario a forma di tempio in argento dorato con smalti e gemme, approntato da Nicolas de Verdun nel 1181. Nel 1904 il cardinal Ferrari ottenne che a Milano ritornassero piccoli frammenti di quelle reliquie, che rimangono ovviamente del tutto ipotetiche ma che sono il simbolo di una devozione antica e, soprattutto, il segno di un'esperienza spirituale di ricerca e di approdo alla fede. E' ciò che ha illustrato col suo film Cammina cammina (1983) il regista Ermanno Olmi, pur con un esito finale meno positivo.

dal sito Aleteia.org
[Tratto dal volume di Gianfranco Ravasi, “Questioni di fede. 150 risposte ai perché di chi crede e di chi non crede” (Mondadori)]

Cosa sappiamo della Stella dei Magi dell'Oriente?

Può essere una congiunzione planetaria verificatasi negli anni 6-7 prima della nostra era, quelli in cui secondo le ricerche nacque Gesù

La stella d'Oriente viene menzionata nel Vangelo di San Matteo. Dei magi chiedono a Gerusalemme: “Dov'è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo” (Mt 2,2).

I due capitoli iniziali dei Vangeli di San Matteo e San Luca narrano alcune scene dell'infanzia di Gesù, per cui vengono chiamati “Vangeli dell'infanzia”. La stella appare nel “Vangelo dell'infanzia” di San Matteo.

I Vangeli dell'infanzia hanno un carattere leggermente diverso dal resto del Vangelo. Per questo sono pieni di evocazioni di testi dell'Antico Testamento che compiono gesti di enorme significato.

In questo senso, la loro storicità non si può esaminare nello stesso modo in cui si esamina quella del resto degli episodi evangelici. All'interno dei Vangeli dell'infanzia ci sono differenze: quello di San Luca è il primo capitolo del Vangelo, ma in San Matteo è come un riassunto dei contenuti dell'intero testo.

Il passo dei Magi (Mt 2,1-12) mostra che dei gentili, che non appartengono al popolo di Israele, scoprono la rivelazione di Dio attraverso il loro studio e le loro conoscenze umane (le stelle), ma non arrivano alla pienezza della verità se non attraverso le Scritture di Israele.

Ai tempi della composizione del Vangelo, era relativamente normale il fatto di credere che la nascita di una persona importante o qualche evento rilevante fosse annunciato con un prodigio nel firmamento.

A questa credenza partecipavano il mondo pagano (cfr. Svetonio, Vita dei Cesari, Augusto, 94; Cicerone, De Divinatione 1,23,47; ecc.) e quello ebraico (Flavio Giuseppe, La Guerra Giudaica, 5,3,310-312; 6,3,289). Il libro dei Numeri (capp. 22-24) raccoglieva inoltre un oracolo in cui si diceva: “Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele” (Nm 24,17). Questo passo veniva interpretato come un oracolo di salvezza, sul Messia. In queste condizioni, si offre il contesto adeguato per comprendere il segno della stella.

Cosa poteva essere la Stella?

L'esegesi moderna si è chiesta quale fenomeno naturale si sia potuto verificare nel firmamento per essere interpretato dagli uomini dell'epoca come qualcosa di straordinario. Le ipotesi avanzate sono principalmente tre:

1) Keplero (XVII secolo) ha parlato di una stella nuova, una supernova; si tratta di una stella molto distante in cui ha luogo un'esplosione di modo che per alcune settimane ha più luce ed è individuabile dalla terra;

2) una cometa, perché le comete seguono un percorso regolare ma ellittico, intorno al sole: nella parte più distante della loro orbita non sono individuabili dalla terra, ma se sono vicine si possono vedere per un certo periodo di tempo. Questa descrizione coincide anche con ciò che viene segnalato nel racconto di Matteo, ma l'apparizione delle comete note visibili dalla terra non si adatta alle date in cui sarebbe apparsa la stella;

3) una congiunzione planetaria di Giove e Saturno. Anche Keplero ha richiamato l'attenzione su questo fenomeno periodico, che se non sbagliamo i calcoli si sarebbe potuto verificare negli anni 6-7 prima della nostra era, ovvero quelli in cui secondo le ricerche è nato Gesù.


[Traduzione dallo spagnolo a cura di Roberta Sciamplicotti]
sources: Primeros Cristianos


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