Gesù Chi non ha spada ne compri una catechesi
CHI NON HA UNA SPADA NE COMPRI UNA
Lc 22,36ss.
“Chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una. Perché io vi dico: deve compiersi in me questa parola della Scrittura: E fu annoverato tra gli empi . Infatti tutto quello che mi riguarda volge al suo compimento". Ed essi dissero: "Signore, ecco qui due spade". Ma egli disse: "Basta!".
Gesù durante l’ultima cena invita i suoi discepoli a vendere il mantello per comprare una spada.
Come mai il Messia insegnava la pace, il porgere l’altra guancia, e poi ordina addirittura di comprare una spada?
E ancora i versetti di Matteo 10,34 “Non crediate che io sia venuto a portare pace sulla terra, sono venuto a portare non pace, ma spada.
Vediamo poi che qualcuno degli apostoli girava armato di spada “Allora Simon Pietro, che aveva una spada, la trasse fuori, colpì il servo del sommo sacerdote e gli tagliò l'orecchio destro. Quel servo si chiamava Malco.” Gv 18,10
Cosa significa tutto ciò?
Si deve porgere l’altra guancia o si deve reagire con le armi?
Ritorniamo alla prima frase che Gesù disse durante l’ultima cena
“chi non ha spada, venda il mantello e ne compri una” (Lc 22,36)
Egli intendeva in questo modo metterli in tensione: l’impero delle tenebre stava per celebrare il suo trionfo, non si poteva rimanere inerti, era necessario ingaggiare una lotta contro il male.
Che l’equivoco fosse, però, in agguato appariva già in quella sera. Subito si erano fatti avanti dei discepoli a dirgli: “Signore, ecco qui due spade!”.
Infatti, come è attestato dallo storico giudaico filoromano Giuseppe Flavio, contemporaneo di san Paolo, era concesso di girare armati per difesa personale in alcuni territori della Palestina e a Gerusalemme anche il sabato e in occasione delle festa di Pasqua, a causa della folla che si accalcava nella città (cos’ nella sua opera Antichità Giudaiche XVI, 4,2; XVIII,9,2).
Gesù però di fronte a quella risposta aveva reagito con un amaro e sconsolato “Basta!” (Lc 22, 35-38)
Qual è, allora, il significato ero dell’evocazione della spada sulle labbra di Cristo?
La risposta è semplice: la scelta per il Vangelo è costosa in termini di impegno nella vita. La definizione che il vecchio Simeone, stringendo tra le braccia il neonato Gesù, gli aveva assegnato era illuminante: “Egli sarà un segno di contraddizione” (Lc 2,34).
La sua presenza nel mondo non sarà neutra e incolore, la sua parola sarà come una “spada a doppio taglio che penetra fino al punto di divisione dell’anima e dello spirito” (Eb 4,12), dall’incontro con Lui non si potrà uscire indenni, la sua proposta morale sarà molto esigente e scardinerà tanti interessi privati.
E’ poi suggestiva la raffigurazione del Cristo che l’Apocalisse dipinge in apertura al libro. In essa si legge che “dalla sua bocca usciva una spada affilata, a doppio taglio” (1,16), attuazione del detto isaiano secondo il quale “il soffio delle labbra del re Messia ucciderà l’empio” (11,4) cancellando il male. Ed è per questo che nell’armatura simbolica del cristiano descritta da Paolo nella Lettera agli Efesini (6,11-17)
c’è anche la “spada dello Spirito, che è la parola di Dio” (6,17)
La spada quindi simboleggia la lotta contro il male, contro l’impero delle tenebre, cioè l’impero di satana, ma spesso nemmeno gli apostoli capivano al volo quello che intendeva dire Gesù.
Spiegazione tratta dal libro “Le pietre di inciampo del Vangelo” di mons. Ravasi.